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| OSTUNI Il territorio di Ostuni era già frequentato nel paleolitico medio (50.000-40.000 anni fa) da cacciatori neandertaliani. Nel paleolitico superiore le tracce del popolamento umano diventano più consistenti, è testimonianza il ritrovamento di Delia, lo scheletro di una donna di circa 20 anni, in procinto di partorire. Il corpo deposto in una grande buca, era in posizione contratta, il capo era ricoperto da una specie di cuffia composta da centinaia di piccole conchiglie. L'appartenenza della donna ad un gruppo di cacciatori era documentata dai resti del corredo ossia selci e denti di cavallo e di bue primigenio. Il feto della sepoltura denominata Ostuni 1° è unico al mondo, risalente a circa 25.000 anni fa e seppellita nella grotta di Santa Maria di Agnano. Ostuni è denominata la città bianca per le caratteristiche abitazioni imbiancate a calce fino sui tetti. Questo costume ha rivestito anche un ruolo di molta importanza in ambito storico, infatti le abitazioni venivano imbiancate, a partire dal XVII secolo, con la calce perché venne visto come l'unico modo per evitare che la peste dilagasse nella cittadina ed il contagio aumentasse sino a portarne la distruzione. Questo uso della calce per imbiancare le abitazioni nel centro storico rientra tuttora in quelle che sono le peculiarità della cittadina ed è una caratteristica che la rende riconoscibile e indimenticabile. La Cattedrale - L’edificio sacro più importante di Ostini e uno dei più noti della Puglia per le sue singolarità costruttive”. La sua costruzione risale alla seconda metà del sec. XV, durante l’episcopato del vescovo Nicola Arpone. Di notevole pregio artistico la facciata, mirabile sintesi di elementi “romanici, gotici e veneziani”. Divisa in tre corpi, presenta tre portali ogivali contenenti nelle lunette laterali le sculture raffiguranti rispettivamente S. Giovanni e S. Biagio; nella lunetta del portale maggiore un bassorilievo che raffigura il vescovo Nicola Arpone genuflesso ai piedi della Vergine in trono. I portali laterali sono sormontati da due rose, mentre sopra di quello centrale spicca uno splendido rosone finemente cesellato. La pianta è basilicale a tre navate. L’interno ha subito nel corso dei secoli numerose modifiche. da www.ostunionline.it
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