Storia della città di Trani

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stellina_29
view post Posted on 1/2/2008, 12:54







Secondo la leggenda, Trani fu fondata da Tirreno, mitico figlio dell'eroe omerico Diomede, cui si deve anche la fondazione dell'antica Arpi, nei pressi di Foggia. Questo almeno a quanto è scritto su una lapide, murata nell'atrio del palazzo che attualmente ospita gli uffici della Pretura Circondariale.
In realtà, importanti ritrovamenti archeologici sul territorio, e in particolare sulla penisoletta di Colonna, che attestano inequivocabilmente la presenza in loco di frequentazione occasionale neolitica antica (VII-V millennio a.C.) e di insediamenti umani risalenti all'età del Bronzo-Antico, Medio (XV-XI sec. a.C.) e del Ferro, autorizzano l'ipotesi che questa città possa essere esistita già in età preistorica, ipotesi dovuta alla presenza del suo porto, insenatura naturale dovuta all'azione erosiva di un torrente: può aver favorito il sorgere di alcune case e, di conseguenza, di agglomerati di vita dei primi abitanti che avevano a disposizione un clima mite, un mare pescoso, un terreno fertile e, soprattutto abbondanza di tufo per la costruzione delle loro abitazioni.

Tuttavia l'antico nome della città, "Turenum", non compare nell' Itinerarium Antonii Augusti che, pure, descrisse meticolosamente la via da Ancona a Brindisi, senza trascurare neppure il più modesto agglomerato di case.
Di contro, "Turenum" è citata nella Tabula Peutingeriana, famosa copia del XIII secolo di un'antica carta romana che mostrava le vie militari dell'Impero: questa porta il nome dell'umanista e antichista Konrad Peutinger. La carta non è una proiezione cartografica, quindi il formato non permette una rappresentazione realistica dei paesaggi nè delle distanze, ma non era questa l'intenzione di chi l'aveva concepita; va piuttosto considerata come una rappresentazione simbolica, una sorta di diagramma come quello di una metropolitana, che permetteva di muoversi facilmente da un punto ad un altro e di conoscere le distanze fra le tappe, ma non voleva offrire una rappresentazione fedele della realtà.

Lo storico tranese Arcangelo Prologo ritenette che la città fosse sorta nel III sec. d.C. e che, in origine, si chiamasse "Trana" o "Tranae", vocabolo della tarda latinità usato per indicare il bacino naturale adibito alla pesca e ridotto in seguito a porto, da cui l'estensione del nome al gruppo di case che andava costituendosi nella parte alta della città.
Di quell'epoca esistono ancora avanzi di monumenti: un argine per contenere un torrente; una colonna di granito numidico con epigrafe dedicatoria all'imperatore Costante (IV secolo), incorporata nella chiesa di Sant'Andrea; i resti di una chiesa paleocristiana nell'area della cripta longitudinale della cattedrale; il mausoleo della famiglia dei Bebii, demolito nel secolo scorso senza alcuna plausibile motivazione, interessantissima testimonianza di un sepolcro monumentale romano del III secolo d.C., eretto per custodirvi i resti mortali di un nobile dell'omonima famiglia; un leone in pietra dell'età imperiale, oggi posto all'angolo meridionale del sagrato della chiesa di Sant'Agostino.

Documenti storici confermano che Trani restò soggetta all'autorità romana fino al 476 d.C., data ufficiale della fine dell'Impero Romano d'Occidente facendo parte, secondo la riforma amministrativa di Diocleziano, della XII Provincia d'Italia,favorendo intensi rapporti con i Genovesi, i Pisani, i Fiorentini, i Veneziani, gli Amalfitani e i Ravellesi che vi si stabilirono per le negoziazioni commerciali.
Dal porto di Trani salparono alla volta della Terrasanta le galere dei Crociati, due delle quali armate dai tranesi. Al ritorno i Crocesegnati venivano accolti in ospedali costruiti in prossimità del bacino portuale dai Templari e dai Gerosolomitani. Vuole la tradizione che la città abbia ospitato anche Pietro l'eremita, reduce dal Santo Sepolcro. Fu in questo periodo che, nel 1063, godendo Trani di autonomia amministrativa, si ebbe in loco la promulgazione degli Ordinamenta Maris , ritenuto il più antico codice marittimo del medioevo, più comunemente conosciuto come gli Statuti Marittimi.

Dal VII al IX secolo la vitalità di Trani aveva registrato significative prove: le incursioni saracene non l'avevano risparmiata, ma la città si era sempre ripresa ed aveva beneficiato, indirettamente, di tali scorrerie, poiché, dopo la distruzione di Canosa, avvenuta nell'813, erano state trasferite appunto a Trani le magistrature civile ed ecclesiastica canosine: il Gastaldo e il Vescovo.
A seguito di un successivo predominio dei Bizantini in Puglia, Trani era poi tornata suddita dell'Impero di Oriente e si conosce con certezza la data di tale trapasso di poteri: l'881. Il secondo dominio bizantino, durato circa duecentocinquanta anni, cioè fino all'avvento dei Normanni , fu anche caratterizzato da un radicale riordinamento amministrativo delle terre occupate e da una sistematica ingerenza religiosa, nella speranza che il vincolo spirituale potesse tener meglio assoggettate le popolazioni.
Il ruolo di primissimo ordine tenuto da Trani nel contrasto religioso fra Oriente e Occidente è appunto indice di un prestigio particolare di cui la città godeva e della specifica volontà di Bisanzio di assicurarsi il possesso di Trani.
Ma in questo periodo, ovvero nell'XI secolo, si delinea chiaramente una caratteristica della città di Trani che si manterrà costante fino al 1860: lo spiccato senso di indipendenza della sua gente, unito al critico discernimento che suggerirà, di volta in volta, la ribellione o la sottomissione, come nel 1010 quando Trani insorse, al seguito di Melo di Bari, contro i Bizantini. Si ribellò, ancora, nel 1018 mentre rifiutò, poi, l'adesione al successivo moto antibizantino di ispirazione normanna di Argiro, figlio di Melo, nel 1042.

Affiora evidente, dai fatti accennati, una posizione di particolare prestigio goduta da Trani in quest'epoca, confermata dalla promulgazione degli Statuti Marittimi che codificarono, per la prima volta nella storia, gli usi e le consuetudini del commercio e della marineria commerciale. Gli Ordinamenta seu consuetudo maris edita per consules civitatis Trani, i cui promulgatori furono Angelo de Bramo, Simone de Brado e Nicola de Roggero, se da una parte costituiscono la testimonianza della prosperità economica della città nel sec. XI e della maturità della sua gente, dall'altra rappresentano un contributo di notevole importanza nel processo di formazione del diritto italiano della navigazione, giacché, secondo l'autorevole opinione di Francesco Schupfer, "offrono un nuovo argomento del modo affatto spontaneo con cui il diritto sorgeva e si svolgeva nella società medioevale sotto l'egida della consuetudine". Alla dominazione normanna successe quella sveva: Federico II ebbe in tale considerazione la città da concederle molti privilegi, il più importante dei quali è quello relativo alla celebrazione in loco dei giudizi civili e penali, come da diploma del 28 aprile 1215, al quale si fa risalire l'inizio della vita giudiziaria locale.
Non è da escludere, inoltre, il notevole contributo offerto alla dinamica della vita economica di Trani da una fiorente colonia ebraica concentrata nella Giudecca, che, posta nel cuore dell'antico abitato, era dotata di ben quattro sinagoghe.

Nel periodo normanno-svevo, che abbraccia poco più di due secoli, Trani espresse i valori migliori della sua potenzialità economica, favorendo la costituzione di un cospicuo patrimonio monumentale, cui offrirono il contributo della loro genialità scultori e magistri tranesi di fama meritata, come Barisano , autore delle splendide porte di bronzo delle cattedrali di Trani, di Ravello e di Monreale; Nicolaus sacerdos, progettista della torre campanaria dello stesso Duomo di Trani; e i protomaestri dello scalpello Anseramo, Simone Raguseo, Eustasio, Bernardo e Gualtiero di Riccardo da Foggia.
Sotto la dominazione angioina, Trani visse il periodo più oscuro della sua storia, cadendo in una crisi paurosa, dalla quale seppe risollevarsi solo nel sec. XV, con gli Aragonesi, quando ebbe un risveglio commerciale che le ridiede gli antichi splendori, il benessere economico e la vita intensa e febbrile di un grande centro marinaro.
Dopo i brevi periodi di dominazione veneziana (1496-1509; 1528), la città passò sotto il dominio spagnolo che consacrò l'affermazione di Trani come centro politico, giudiziario ed amministrativo della Terra di Bari, della quale, per determinazione di Filippo II, divenne, nel 1586, il degno capoluogo, per essere stata scelta come sede della Sacra Udienza Provinciale. Si ebbe così un profondo mutamento nella strutturazione economica e sociale di Trani, che da centro marinaro e commerciale finì gradualmente per assurgere al rango di principale città della provincia, non solo per essere sede dell'organo politico-amministrativo della Terra di Bari, ma per civile costume della cittadinanza e per l'intensa vita culturale che favorì la formazione di una vera borghesia intellettuale.
Nel sec. XVII, tra le prime del Mezzogiorno d'Italia, la città diede vita alla sua Accademia dei Pellegrini che, tra le altre iniziative culturali, ebbe il merito di favorire l'introduzione dell'arte della stampa a Trani e l'amore per le rappresentazioni teatrali. Ed è proprio nel 1622 che viene impiantata in Trani la tipografia di Lorenzo Valerii, la prima in assoluto in Puglia, che darà vita a centinaia di pregevoli edizioni tutt'ora custodite nella Biblioteca comunale. Si diffonderà, come già anticipato, sempre in questo periodo, quel gusto per il teatro che farà sentire, nel 1792, proprio l'esigenza di un teatro stabile, che fu il primo in assoluto nel Mezzogiorno.
Il Settecento si chiuse per Trani nel modo più doloroso, giacché, soffocata nel sangue la voce dei liberali tranesi sensibili ai nuovi principi propugnati dalla Rivoluzione Francese , la città cadde in potere della fazione popolare, sobillata dai funzionari della Sacra Regia Udienza, e subì il sacco delle forze francesi del generale Broussier.
Fu questo l'avvenimento che causò la decadenza di Trani dalla posizione di preminenza assunta da oltre due secoli nella provincia e che determinò nel 1806, con la nuova circoscrizione amministrativa del Regno di Napoli voluta da Giuseppe Bonaparte, la scelta di Bari quale capoluogo della provincia omonima.
Nel sec. XIX la città rinnovò le sue tradizioni culturali - grazie soprattutto alla meritoria attività dell'editore Valdemaro Vecchi, direttore della Rassegna Pugliese di scienze, lettere e arti, la rivista che fu il fulcro di un movimento di promozione culturale di grande portata - e riaffermò quelle di centro giudiziario dell'intera regione. Nel 1817, infatti, Trani fu scelta come sede della Gran Corte Civile con giurisdizione estesa sulla Terra d'Otranto e di Bari, la quale, nel 1861, mutò il nome in Corte d'Appello delle Puglie, comprendendo nella sua competenza territoriale anche la Capitanata.
Nel 1923, col trasferimento in altra sede di questo alto istituto giudiziario, disposto in dispregio di un diritto consacrato da tradizioni secolari, fu inferto un duro colpo alle più vitali attività, dal quale la città non seppe riprendersi che dopo decenni. Oggi Trani ospita il Tribunale civile e penale con larga giurisdizione territoriale, la Corte d'Assise di prima istanza, la Pretura circondariale di recente istituzione ed è sede di importanti enti e uffici con competenza intercomunale quali l'Arcivescovado, la Conservatoria dei Registri Immobiliari, l'Archivio notarile distrettuale, un Reparto dell'Acquedotto Pugliese e l'Ufficio del Registro.
Sono nate a Trani autorevoli personalità della cultura e dell'arte: da Barisano, autore nel sec. XII delle splendide porte di bronzo delle Cattedrali di Trani, di Ravello e di Monreale, che si distaccò dalla scuola artistica bizantina per creare, insieme con Bonanno da Pisa, uno stil nuovo nella scultura in bronzo, al maestro dello scalpello Anseramo; da Goffredo, uno dei più dotti e ammirati prelati del sec. XIII, al musicista Domenico Sarro; dall'antropologo e pedagogista Edoardo Fusco a Giovanni Bovio, filosofo e adamantino parlamentare di fama nazionale; dal drammaturgo Luigi Chiarelli, "originale interprete del grottesco", allo scrittore Nino Palumbo, a Giovanni Macchia, figura eminente nella critica letteraria contemporanea, in specie di quella francese.

Per quanto concerne la struttura urbanistica , la città si presenta nettamente distinta in tre parti: il centro storico, il "borgo ottocentesco" e la zona moderna. Il centro storico corrisponde all'antico nucleo urbano delimitato, fino al 1840-46, dalla cinta muraria fatta edificare da Federico II di Svevia. Dotato di vie strette e tortuose secondo la tipica urbanistica medioevale, racchiude l'intero patrimonio monumentale della città e desta nel visitatore un'impressione profonda non solo per i manufatti d'importanza artistica e storica nei quali sovente s'imbatte, ma anche per la compattezza del tessuto edilizio e per i valori ambientali. Qui non svuotamenti e tagli operati senza alcun discernimento, non ibridi accostamenti di palazzi antichi ed edifici moderni, ma un sacro rispetto per le cose del passato che induce naturalmente alla conservazione e, ove occorra, al restauro. Questo offrire al visitatore con naturalezza le testimonianze del passato e la sapiente conservazione delle opere d'arte nel proprio ambiente naturale e storico costituisce il segreto del fascino che emana soprattutto dalla Trani medioevale.
Accanto agli edifici sacri e civili di valore artistico, numerosi sono i cosiddetti "monumenti collettivi" costituiti dall'insieme armonico di tante architetture modeste che hanno una particolare bellezza. Il valore di tali ambienti tradizionali, in cui non è difficile talora cogliere nella struttura muraria di vecchi edifici nobili testimonianze di architetture ancor più antiche, non è dato solo dalla particolare distribuzione urbanistica, ma anche da un certo valore artigiano, dall'affinità dei materiali e dalla tecnica costruttiva, dalla patina del tempo.
La vecchia Trani, ben modellata nei suoi quartieri, impreziosita da edifici artistici di ogni epoca e di ogni stile, mobilitata da una storia densa di avvenimenti e di episodi di rilievo, è assai ricca di sorprendenti scenografie che colpiscono la sensibilità e il gusto estetico dei visitatori.
Dopo l'abbattimento delle mura federiciane, avvenuto - come è stato ricordato - negli anni 1840-46, lo sviluppo edilizio della città, liberato finalmente dalle strettoie costituite dalla possente murazione, ebbe modo di esprimersi con ritmo intenso seppur disordinato, cui si cercò di dare disciplina con i vari progetti tecnici relativi alla creazione del "borgo", vale a dire della nuova zona abitativa, caratterizzata dalla struttura ortogonale della rete stradale, e, successivamente, con il piano regolatore del 1888.

Le direttrici di espansione si manifestarono quasi spontaneamente, interessando le aree ad oriente della demolita porta di Bisceglie; a mezzogiorno dall'abitato lungo la vecchia via postale per Napoli (corrispondente all'attuale corso Vittorio Emanuele) e, dopo la costruzione della linea ferroviaria Bari-Foggia, quella che, partendo dai pressi della stazione in direzione della villa comunale, diede origine all'attuale via Cavour. Una sagace e lungimirante idea progettuale permise la creazione della più bella piazza di Trani (oggi denominata della Repubblica), che, adorna da un duplice filare di lecci, costituisce l'abituale luogo di ritrovo e il centro della vita cittadina. La tipologia dei nuovi edifici del "borgo" non si discostò dalle linee dell'architettura civile ottocentesca, lasciando ovviamente largo spazio alla tendenza neoclassica che avrebbe datato la Terra di Bari, ed ovviamente anche Trani, di palazzi non indegni per la compostezza delle masse prospettiche e per la nobiltà dei motivi stilistici.
La forte espansione edilizia del secondo dopoguerra, pur privilegiando ancora una volta la direttrice orientale, così da consentire il congiungimento dell'abitato alla "città giardino" di Colonna, ha proposto come alternative le zone a sud della linea ferrata sulle vie per Corato e per Andria, con la realizzazione di nuovi insediamenti.
 
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cucciolina72
view post Posted on 1/2/2008, 12:59




Stellina molto interessante mia cara...
posterò qlc su un posticino che mi ha molto colpito...
 
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1 replies since 1/2/2008, 12:54   37 views
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