SAN GIORGIO A CREMANO

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coccolotto61
view post Posted on 5/3/2009, 21:46




San Giorgio a Cremano è un comune di 48.079 abitanti, al 1º gennaio 2007, in provincia di Napoli.

Situato alle falde del Vesuvio, oggi è ormai parte integrante dell'agglomerato urbano della città di Napoli ed è collegato a questa dalla ferrovia Circumvesuviana
Storia [modifica]
Le numerose eruzioni del Vesuvio, che si susseguirono a partire da quella del 79, resero il territorio su cui ora si stendono San Giorgio a Cremano e i comuni limitrofi sostanzialmente disabitato fino agli inizi del sec. X. Tali territori erano genericamente denominati Foris Flubeum, ad indicare che erano separati da Napoli dal corso dell'antico fiume Sebeto. Solo intorno al 993 fu edificata nella zona detta Capitiniano una piccola cappella votiva consacrata a San Giorgio. Alla fine del sec. XI fu edificata nello stesso luogo una chiesa, attorno alla quale si sviluppò il primo nucleo abitativo che diventa Casale con il nome di San Giorgio a Capitiniano, situato nella zona dell'attuale cimitero. Con il passare del tempo il Casale cominciò a svilupparsi verso il mare nella zona detta Cambrano, tanto da cambiare nome in San Giorgio a Cambrano, come attestato già nel 1334 sotto il regno di Carlo d'Angiò. Si vennero a creare così due nuclei abitativi, il quartiere di sopra e quello di bascio, che intanto aveva assorbito l'antico casale di S.Aniello a Cambrano. Il centro cittadino rimase però la parte alta, dove nel frattempo la chiesa di San Giorgio Vecchio prendeva l'aspetto attuale a tre navate in stile gotico. Solo nel 1570 la vita religiosa del Casale si sposta nella parte bassa, con l'edificazione della chiesa di Santa Maria del Principio, attorno alla quale prospera il nuovo centro cittadino. Tuttavia la violenta eruzione del 1631 colpisce duramente San Giorgio, distruggendo il centro cittadino, la chiesa di S.Maria del Principio e i documenti storici in essa custoditi. Solo poche costruzioni furono risparmiate, come la stessa chiesa di San Giorgio Vecchio e la cosiddetta Torre Ummarino. Nel 1670 viene ricostruita la chiesa di S.Maria del Principio, sulle rovine della precedente e il Casale cominciò nuovamente a ripopolarsi. La città conobbe un periodo florido sotto il dominio spagnolo ed ancor più sotto i Borbone, grazie alle iniziative promosse da Carlo III, che diede impulso alle attività economiche dell'intera area vesuviana. Fu in quel periodo che la città divenne luogo di villeggiatura di famiglie nobili napoletane, come testimoniano le numerose ville settecentesche.

I successivi moti indipendentisti ispirati dalla rivoluzione francese trovarono non poca resistenza nella città, devota alla monarchia borbonica. Tuttavia la città divenne Repubblica Paesana nel 1799. La Carboneria, che da lì a poco sarebbe nata, trovò i primi iscritti anche in questa città che, in tal modo, contribuì ai moti del 1820. Dopo l'unità d'Italia San Giorgio a Cremano subì un periodo di decadenza, pur restando un apprezzato e ricercato luogo di villeggiatura.

Allo studio e alla ricostruzione delle vicende storiche e culturali della città si è a lungo dedicato il sacerdote Giovanni Alagi, coadiuvato a suo tempo dal porticese Giovanni Coppola, indimenticata figura di sacerdote, bibliofilo e cultore di studi umanistici.

All'inizio degli anni '70 l'Ufficio Commercio del Comune di San Giorgio a Cremano registrava la presenza di 58 aziende tessili. Micro-imprese, dove abili mani confezionavano ogni giorno migliaia di camicie destinate al mercato italiano e a quello estero. È il retaggio di un'antica tradizione che risale alla metà del '700, quando le seterie della zona si erano specializzate nella produzione di camicie, da giorno e da notte, allo scopo di soddisfare le richieste dei nobili più alla moda. Ancora oggi, la tradizione sartoriale è tenuta in vita grazie alla passione di alcuni artigiani, prevalentemente, in camicie e cravatte.

Attualmente è anche sede di diverse industrie conserviere.

Per quanto riguarda il nome della città, dei due elementi che ne compongono la denominazione il primo è il più stabile nel tempo ed indica il santo tutelare scelto dalla comunità, mentre il secondo ha subito nel tempo varie trasformazioni ed indica la località in cui si è stabilita la popolazione. SAN GIORGIO. Attestato fin dalle origini, non si è mai modificato, eccetto che nella parlata popolare in Santo Iorio. Ciò è dipeso dalla tendenza del dialetto napoletano a trasformare la g palatale in i (genero in iennero). Il secondo elemento, invece, ha subito trasformazioni sostanziali. Alle origini il paese si estendeva su due casali: Capitiniano (parte alta) e Sant'Aniello a Cambrano (parte bassa). Nel 1334 questi due casali si fusero in S. Giorgio a Cambrano (cambrano viene dal latino cambre che vuol dire cavolo). Cambrano diventerà Clamano e poi nel 1500 Cremano. Alcuni erroneamente fanno derivare Cremano da Crematum, dicendo che nelle nostre zone sorgeva un campo chiamato crematum a motivo delle eruzioni del Vesuvio. E' falso, non è documentato da nessuna parte l'esistenza di questo campo, e nemmeno si possono far risalire le origini del paese al tempo dei romani. Infatti non è pensabile un'altra città romana tra Pompei ed Ercolano, e anche se a S. Giorgio a Cremano sono stati trovati reperti di epoca romana, non dimentichiamo che la lava e le alluvioni distruggono tutto e portano con sè ogni cosa. Inoltre il paese di S. Giorgio a Cremano non è stato mai completamente distrutto dalla lava del Vesuvio, solo nel 1631 la lava arrivò fino all'Arso (zona bassa), mentre il nome Cremano è dato al paese nel 1500. Inoltre dal 79 d.C. al 1944 si sono avute 53 eruzioni, ma è anche vero che dal 1140 al 1631 vi è stato un lungo periodo di stasi dell'attività del Vesuvio, solo segni precursori ma non molto forti. Infatti sei si osservano dipinti dell'epoca, il Vesuvio non viene disegnato con l'uscita di fuoco dalla bocca, mentre viene dipinto con una folte vegetazione che arriva fino al cratere. Un fatto è certo: il paese deve il suo nome alla forte e grande devozione al santo Giorgio. I Sangiorgesi scelsero un santo che avesse fama di combattente, di taumaturgo, che aiutasse contro le insidie dei nemici e di eventi naturali. Per questo scelsero San Giorgio, che già a Napoli era conosciuto presso i poveri ed i contadini. E' anche vero che la chiesa di Forcella San Severo nel IX secolo veniva anche detta di S. Giorgio (Maggiore) e questa chiesa aveva molti possedimenti nella zona vesuviana e sul territorio che poi diede origini al paese.


Storia della processione di San Giorgio [modifica]
La statua di un santo veniva portata in processione per numerosi motivi: per fecondare il terreno, per allontanare la siccità o alluvioni, per difendere il territorio da alcuni pericoli mortali (guerre, pestilenze, ecc.).

Le origini della processione sono molto antiche. Si pensa che già nel 900 d.C. si faceva una processione portando una statua di legno raffigurante S. Giorgio. Non era la statua conservata al Cimitero, perché l'immagine di S. Giorgio a cavallo fa la sua comparsa nel 1200 (periodo delle crociate) e quella presente al Cimitero risale al 1400 (circa) mentre la statua a mezzo busto è del 1600. Questa prima processione veniva fatta nella località Capitiniano (attuale S. Giorgio Vecchio, Pittore, Tufarelli, Villaggio Corsicato, via Manzoni). Era una zona semiselvatica, tortuosa, poco abitata. La statua veniva messa su di una base fornita di due stanghe, ornata con fiori, ceri accesi e trasportata a spalle. Il tragitto non era ben delineato, ma veniva modificato a seconda delle richieste e delle necessità dei devoti. La processione non usciva dal territorio di Capitiniano, perché nella parte bassa primeggiava Sant'Aniello. Quando nel 1200 iniziò la decadenza del casale di Sant'Aniello, il tragitto della processione si allungò e forse si pensò anche ad una statua più grande.

Dal 1570, data di costruzione della chiesa di S. Maria del Principio, la processione partiva da quella chiesa, attraversava le strade comode e raggiungeva sia la parte bassa che quella alta del paese. La statua che veniva portata non risulta fosse quella che oggi si conserva al Cimitero. Forse con la nuova chiesa fu creata anche una statua nuova del santo utilizzata magari solo per la processione. Non è pervenuta a noi.

Con i parroci don Donatello Buono e don Gabriele de Luciano la processione si svolgeva probabilmente la domenica dopo il 23 aprile. Quando nel 1631 la chiesa di S. Maria del Principio fu coperta dalla lava, mentre la chiesa di San Giorgio Vecchio non subì nessun danno, la processione prevedeva anche una sosta breve presso quella chiesa per poi ritornare indietro. Verso la fine del 1600 il parroco Carlo Borrello da Roma ottenne, dietro insistenza dei sangiorgesi, la concessione per sette anni, rinnovabile, dell'indulgenza plenaria (forma di perdono dei peccati) a chi visitasse la chiesa di S. Giorgio Vecchio. La processione di quel tempo prevedeva già fuochi d'artificio, musiche, canti, danze popolari, gare di ogni genere, bancarelle con dolciumi e giocattoli. Nel settecento la chiesa di S. Maria del principio ricevette in dono da Emmanuela Caracciolo Pignatelli, duchessa di Montecalvo, una nuova statua di San Giorgio, a mezzo busto, ed è quella che noi oggi veneriamo. Questa statua a poco a poco si ricoprì d'argento, ma dopo i ripetuti furti (ultimo nel 1981) non fu più rivestita dell'armatura. Essa fu portata in processione al posto di quella utilizzata nel 1600. Compare alla processione anche il governo della Congrega dell'Immacolata. Nel 1800 con il parroco don Domenico de Somma abbiamo notizia della doppia processione di San Giorgio. La prima avveniva nell'ultima domenica di aprile, accompagnata dalla musica, da un distaccamento di cavalleria e alle volte di fanteria. C'era di nuovo la sosta alla chiesa di San Giorgio Vecchio per una settimana intera per la venerazione di tutti. Poi nella prima domenica di maggio la statua veniva portata in parrocchia. Fa anche la sua comparsa il carro sul quale venivano posti dei ragazzi vestiti da angioletti che cantavano le lodi al santo accompagnati dal suono di alcuni strumenti musicali. Questo carro era trainato da quattro cavalli e girava sia nella domenica precedente al 23 aprile per distribuire i premi (ex voti)agli abitanti dei paesi confinanti e sia il giorno 23 aprile per i sangiorgesi. Questa usanza fu abbandonata nel 1867.

Durante l'eruzione del 1 e 6 maggio 1855, al tempo del parroco don Domenico Baldari, la lava si fermò ai confini di San Giorgio a Cremano nei giorni 12 0 13 maggio. Gli abitanti invocarono molto San Giorgio e l'Immacolata e promisero che se la lava si fermava avrebbero portate le due statue lì dove la lava si era fermata. Così avvenne. Il 20 maggio 1855 dalla parrocchia S. Maria del Principio partì la processione con la presenza del cardinale di Napoli Sisto Riario Sforza. Seguivano la processione anche la Congrega dell'Immacolata e S. Raffaele. In questa occasione, per la prima volta, venne portata anche la statua dell'Immacolata. Questo avvenne anche per le eruzioni del 1868 e del 1872. Alla fine del 1800, con il parroco don Francesco Pannico, si svolgevano tre processioni, tutte nel mese di maggio perché c'erano più villeggianti. Non si teneva più quella dell'ultima domenica di aprile che era stata la prima e originaria processione di S. Giorgio.

Le processioni si svolgevano la mattina della prima e seconda domenica di maggio, mentre quella della quarta domenica di maggio avveniva di pomeriggio portando le statue di S. Giorgio e dell'Immacolata verso San Sebastiano al Vesuvio, nel luogo dove si era arrestata la lava del 26 aprile del 1872. La processione fu detta della lava. All'inizio del 1900 il parroco Pannico volle imitare la processione di S. Gennaro che ancora oggi, tra aprile e maggio, viene realizzata portando circa 50 statue di altri santi venerati a Napoli. Anche a S. Giorgio a Cremano nelle processioni della prima e seconda domenica di maggio vennero portate statue di santi prelevate dalla parrocchia e dalle case private. In tutto erano 19 statue.

La processione era così ordinata: banda musicale, congrega di S. Raffaele con stendardo e pannetto, altra banda musicale, le statue di altri santi con S. Michele in testa e per ultima S. Giuseppe, il parroco ed altri sacerdoti e subito la statua di S. Giorgio. Alla processione della quarta domenica di maggio non partecipavano le altre statue. Nel mese di marzo del 1944 al tempo del parroco don Giorgio, si ebbe una nuova eruzione ed il 22 marzo 1944 furono portate le due statue dove la lava si fermò (zona via Amendola). Si ritornava poi lì ogni 10 anni. Nel 1953 venne abolita la processione delle statue mentre rimasero le tre processioni. Nel 1968 al tempo del parroco don Francesco Sannino le due processioni della prima e seconda domenica di maggio furono ridotte ad una (seconda domenica di maggio) e poi quella della quarta domenica di maggio.

Nel 1972 con il parroco don Pasquale Ascione rimase solo quella della quarta domenica di maggio detta della lava ed oggi si ferma nella zona contrada Patacca. Probabilmente avrà una data fissa e sarà celebrata nella terza domenica di maggio.

Massimo Troisi (1953 – 1994), attore, regista e sceneggiatore cinematografico
Alighiero Noschese (1932 – 1979), , attore teatrale e televisivo
Lello Arena (San Giorgio a Cremano, 1º novembre 1953), attore, regista e sceneggiatore italiano
Villa Bruno è una villa vesuviana di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. Da molto tempo è il centro culturale della cittadina, ospitando concerti, manifestazioni ed il premio Troisi, dedicato ai giovani comici. Ospita inoltre molti uffici comunali ed è sede di varie associazioni. Dal 2002 è anche sede della biblioteca comunale, sulla base di una cospicua donazione fatta dal cav. Giacinto Fioretti, che ne ha anche curato la sistemazione.
 
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