l'Isola Tiberina

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marina53
view post Posted on 17/2/2009, 19:01




Il corso del Tevere attraversa il centro di Roma disegnando una doppia ansa; nella parte piu bassa di questo tratto affiora una striscia di terra, detta Isola Tiberina, lunga poco più di 300 metri e larga non più di 90.
Ha la forma tipica di un'imbarcazione; ciò ispirò la leggenda secondo la quale l'isola sorgerebbe sul sito di una nave affondata.
In effetti, una volta l'isola stessa era sistemata come una nave. Aveva i lati rivestiti tutt'intorno di travertino, a simulare la prua e la poppa di un'imbarcazione; al centro sorgeva un obelisco che rappresentava l'albero maestro.
Oggi abbiamo solo una vaga idea di quale fosse l'aspetto dell'isola; il disegnatore e cartografo Étienne du Perac, che nel XVI secolo realizzò una pianta di Roma antica, immaginò l'isola come si vede più in basso.

Il rivestimento in travertino aveva fregi riferiti ad Esculapio, il dio romano della medicina. Infatti sin dal III secolo aC l'Isola Tiberina era stata consacrata a questa divinità, per la quale era stato costruito un tempio davanti all'anzidetto obelisco.

Del rivestimento originale rimangono solo pochi frammenti, all'estremità meridionale dell'isola (vedi a destra), mentre non rimane nulla del tempio, né dell'obelisco.

L'isola è collegata alla terraferma per mezzo di due antichi ponti romani.
Sul lato occidentale, Ponte Cestio (qui a destra) conduce al rione Trastevere. Edificato nel I secolo aC, prese il nome da Lucio Cestio, amministratore civico e fratello di quel Gaio Cestio sepolto nella celebre piramide presso Porta San Paolo.

Frequentemente danneggiato dalle inondazioni e altrettanto spesso restaurato, nel tardo XIX secolo dovette essere completamente ricostruito. Furono impiegati i frammenti dell'originale, ma la forma del ponte venne modificata, così da adattarsi ai nuovi muraglioni lungo le sponde del fiume (1875 c.ca, cfr. anche pagina 3 di questa sezione): le sue estremità inclinate furono raddrizzate, e i due archi su cui queste poggiavano venero ingranditi, così da uguagliare in dimensioni quello centrale. Questa modifica aveva anche lo scopo di lasciar scorrere l'acqua più facilmente di prima, scongiurando il rischio di future alluvioni.


Sul lato orientale, Ponte Fabricio porta verso il rione Ripa, a cui la stessa isola appartiene. Fu edificato qualche anno prima di quello precedente: è il più antico ponte di Roma esistente entro la cerchia delle mura (secondo solo a Ponte Milvio, che sorge 2.5 km a nord delle mura).

Lucio Fabricio era curator viarum, e si occupava quindi delle strade cittadine; il suo nome è inciso sulla cornice bianca delle arcate del ponte.

La gente chiama questo ponte anche Quattro Capi, per via di due erme a quattro teste poggianti sul parapetto, una per lato. Sono di età romana, ma non appartengono alla struttura originale; furono collocate qui alla fine del '500, sotto papa Sisto V, in occasione di un restauro.
Secondo una leggenda popolare, queste teste sarebbero quelle degli architetti che il papa aveva incaricato di occuparsi del restauro del ponte. Costoro, però, erano in disaccordo, e continuavano a litigare fra loro. Sisto V, irritato da tale indegno comportamento, li fece decapitare. Ma poiché il ponte era stato restaurato bene, riconobbe la validità del loro operato collocando qui i loro ritratti.

Il ramo del fiume che scorre sotto Ponte Fabricio è piuttosto esiguo; quando venne discussa la messa in opera dei muraglioni ed altri lavori (1871-75), qualcuno perfino suggerì di riempire il letto del fiume su questo lato, lasciando che il Tevere scorresse solo sotto Ponte Cestio, ciò che avrebbe comportato la scomparsa dell'isola. Per fortuna il progetto non ebbe successo.

Le antiche tradizioni mediche dell'isola, connesse al culto di Esculapio, non si estinsero col tempo. All'inizio del medioevo, quando il tempio era già in rovina, l'Isola Tiberina divenne sede di un ricovero, gestito da frati, dove i malati ricevevano le cure del caso. Questa popolare istituzione un po' alla volta si trasformò in un vero e proprio ospedale, fondato nel XVI secolo, che è ancora attivo, e anzi rappresenta una delle strutture sanitarie di punta di Roma.
Invece l'altra metà dell'isola è in larga parte occupata da una piccola piazza, alla cui estremità è San Bartolomeo, una chiesa fondata nel X secolo, edificata sui resti dell'antico Tempio di Esculapio.

Al centro dell'isola, dove una volta sorgeva l'obelisco, i resti della Torre Caetani sono tutto ciò che rimane di una casa fortificata medievale.

Una rampa di scale conduce in basso all'ampia banchina, seguendo la quale è possibile fare il giro completo dell'isola. Qui tanto i romani che i turisti amano passeggiare e prendere il sole, ma questo è anche un ottimo punto per osservare da vicino gli antichi ponti.

Appena più a sud lungo il corso del fiume, subito dopo l'isola, un'altra cosa interessante è il cosiddetto Ponte Rotto

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